III DIvisione - Calabria
Denominazione | U.S. Fascista Catanzarese | |||
Campionato | III Divisione Regionale Calabria | |||
Piazzamento | 3 | |||
Presidente | Enrico Talamo | |||
Allenatore | ||||
La collaborazione tra la neo società ed il Comitato Regionale Calabro dà presto i suoi frutti, infatti il 29 novembre del 1927 il Commissario Massimo Cavalcanti annunciò la nascita del primo campionato regionale calabrese di III Divisione.
Era finito anche il compito di Michele Le Pera, primo e storico presidente dell’UESSE, ora bisognava investire nel ruolo chi si occupava sia dell’organizzazione tecnica ma soprattutto colui che economicamente sosteneva il club, il Consiglio Direttivo della Catanzarese nominò all’unanimità presidente il barone Enrico Talamo, che dopo anni di militanza delle file delle società sportive coronò il sogno di creare una vera e propria società di calcio. Uomo facoltoso, impegnato nel campo dell’imprenditoria agricola, Talamo era anche conosciuto con il nome del “gigante buono” per via della sua notevole stazza fisica.
Il primo passo di Talamo fu quello di identificare subito la società, è muto il nome in solo U.S. Fascista Catanzarese.

Enrico Talamo
Al primo campionato, datato 1927-28 di III Divisione parteciparono 5 società: U.S. Sportiva Fascista Catanzarese, Dopolavoro Sportivo Cosenza, Fortitudo Locrese, Unione Sportiva Paola, Unione Sportiva Vigor Nicastro.
Il primo posto fu ad appannaggio del D.S. Cosenza e della Fortitudo Locresce, distaccati di ben 6 lunghezze la Catanzarese e l’U.S. Paola, fanalino di coda la Vigor Nicastro.
Tre le due capoliste si sarebbe dovuto giocare uno spareggio per la prima posizione. Inizialmente fu deciso che si dovesse giocare sul neutro di Catanzaro, ma una volta giunti sul terreno di gioco la partita fu annullata a seguito di una furibonda lite tra i protagonisti della D.S. Cosenza e la Fortitudo Locrese.
La prima Catanzarese
le curiosità del suo primo campionato
Non esisteva ancora la figura dell’allenatore nel Catanzaro, nel ruolo si alternava lo stesso Talamo coadiuvato da qualche calciatore di maggiore esperienza. Esisteva invece la figura del massaggiatore che era coperta da Dino Bettelli, cosi come il segretario Giuseppe Schiavello ed il medico sociale Antonio Mancuso.
La Catanzarese aveva buttato le basi per costruire una delle società più organizzate nel panorama calcistico italiano del Sud Italia, organizzazione che come vedremo più avanti sarà premiata dalla FIGC.
Manca il portiere
in porta ci va il presidente Talamo
Nel campionato 1927-28 e a seguire ancora per molti anni, il regolamento del giuoco del calcio non prevedeva la sostituzione di uno o più calciatori durante la partita. Succedeva che i convocati erano solamente 11 calciatori, ai quali andava l’oneroso compito di correre e sudare per tutti i 90 minuti. A volte accadeva che una volta partita per una trasferta qualche calciatore non poteva essere schierato per un malore improvviso. Più o meno la stessa sorte toccò alla Catanzarese nella trasferta di Paola, che dovette all’improvviso rinunciare al portiere Greco. Fu così che smessi i panni di presidente ed indossati pantaloncini e maglietta in porta ci finì Enrico Talamo. La Catanzarese uscì vittoriosa da Paola, l’unico successo esterno raccolto in quel campionato.

Il primo Logo della Catanzarese
colori sociali: bianco e nero
Con la nascita dell’Unione Sportiva Fascista Catanzarese la società adottò subito una propria “carta di riconoscimento” attraverso la creazione di un logo che la rappresentasse, ma non adottò subito i colori giallorossi, in origine il colore predominante era il nero, con strisce bianche sul versante sinistro mentre sulla destra troviamo un campo azzurro (il cielo) con la riproduzione dei Tre Colli (Città di Catanzaro) ed al centro la corona reale.
