Latina – Catanzaro 0-1: analisi tecnico/ tattica

Le numerose assenza non fermano il Catanzaro che vince anche a Latina con una prodezza firmato dal duo Vandeputte Biasci. Le aquile mantengono un assetto equilibrato senza strafare.

FORMAZIONI

Latina 3-5-2: Tonti, Esposito Celli Continovis, Carissoni Tessiore Amadio DiLivio Sannipoli, Bellomi Margiotta. All. Di Donato

Catanzaro 3-5-2: Fulignati, Scognamillo Brighenti Martinelli, Vandeputte Ghion Verna Cinelli Situm, Iemmello Biasci. All. Vivarini.

FRA EMERGENZA E SENSO DELLA MISURA

La chiave tattica più interessante del match sta nella posizione di Cinelli che mister Vivarini ha deciso di posizionare in quello che è il ruolo disegnato su misura per Sounas. Non è la prima volta che vediamo Cinelli girare fra le linee e anche la prestazione odierna può sollevare più di qualche dubbio sull’efficacia dell’esperimento. Analizziamo insieme i pro e i contro.

Innanzitutto valutiamo la situazione pre-gara. Con Sounas e Bombagi non disponibili occorreva inventarsi qualcosa, stravolgendo il meno possibile, e quindi da questo punto di vista la scelta è stata quella di mantenere inalterata l’ossatura del centrocampo con Verna e Ghion confermati nelle consuete posizioni. Il problema semmai nasceva nell’assegnare la casella vuota valutando chi doveva iniziare dal primo minuto fra Cinelli e Curcio.

In gergo si usa spesso l’espressione “giocano quelli che stanno meglio”, ma non sempre chi scende in campo riesce a dare il meglio. Un po’ per la caratura dell’avversario e un po’ per la posizione occupata. Ma allora perché Cinelli che era palesemente in una posizione a lui poco consona?

Ci sono due motivi alla base della scelta tecnica: garantirsi un maggior tasso d’esperienza fra le linee avversarie, riservarsi la carta Curcio nella ripresa quando le sorti dell’incontro potevano essere ancora in bilico oppure nel caso fosse stato necessario apportare qualche correttivo urgente all’undici. 

PRO E CONTRO

Cinelli non è un trequartista, non ha il passo di Sounas e nemmeno quello di Curcio, non ha quella capacità di giocare incontro e di farsi vedere, non ha nemmeno il piede così educato da dettare l’assist vincente e soprattutto non ha quella reattività e fantasia che il ruolo richiedono.

Per uno abituato a girare davanti la difesa e impostare la manovra, trovarsi venti metri più avanti in un nugolo di avversari non è la stessa cosa. Eppure Cinelli in quella posizione pur non rappresentando un valore aggiunto per le finalità offensive della manovra ha asservito ad un compito di ben altra importanza: contenere la capacità di Carissoni di guadagnare metri sulla fascia e innescare le ripartenze avversarie.

Va sottolineato infatti che il Latina basa molte delle sue fortune proprio sulle ripartenze, mantiene un assetto basso per poi ripartire in campo aperto sfruttando la velocità dei suoi esterni di fascia che possono contare sulle aperture ben calibrate di Tessiore e Di Livio.

Ma a ben guardare chi ha sofferto più di altri fra le fila neroazzurre è stato proprio Carissoni che se da un lato ha trovato agile il duello con Cinelli in fase difensiva (grazie soprattutto ai raddoppi di Tessiore), lo stesso non può dirsi della fase offensiva. Basti pensare che sono state soltanto due le occasioni in cui il Latina si è riversato in avanti sfruttando la corsia sinistra e in entrambi i casi Cinelli si è francobollato a Carissoni contenendone l’esplosività. Missione compiuta.

L’avvicendamento con Curcio nel corso della ripresa è servito a dare maggior profondità alla manovra nel momento in cui era lecito attendersi il ritorno del Latina, che sotto di un gol doveva esporsi a un assetto meno prudente. I padroni di casa hanno chiuso il match con un uomo in meno eppure sono riusciti a restare in partita, cosa questa che denota la bontà dell’impianto di gioco voluto da mister Di Donato che può contare su un centrocampo sufficientemente veloce e aggressivo.


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