In queste due ultime settimane il presidente Floriano Noto avrà fatto incesta di abbracci e sorrisi, e non poteva essere diversamente per una promozione in Serie B conquistata con largo anticipo grazie ad una squadra che ha tagliato il traguardo a suon di record.
Un traguardo raggiunto dopo 6 anni di presidenza nei quali non tutti son stati avvolti da rose e fiori e dove non sono neanche mancate le critiche. Giuste quelle costruttive fuori luogo quelle che avevano disegnato il ritratto di Noto con il pelo sul cuore. Freddo, emotivamente ed economicamente distaccato dal fare il bene dell’U.S. Catanzaro, salito in cattedra soltanto perché la politica lo aveva tirato dalla giacchetta.
Era il 2017, le vicende personali dell’allora presidente Cosentino stavano per mettere la parola fine alla storia centenaria del Club. Qui l’entrata in scena della Holding Noto con l’acquisto delle 85% delle quote ed il restante 15% diviso in quote di minoranza per poi, a distanza di due anni, essere totalmente acquisite sempre dalla Holding Noto.
In questi 6 anni di acqua sotto i ponti ne è passata tanta fino a restituire alla Città di Catanzaro, ai suoi cittadini e al popolo giallorosso, la dimensione, che per storia e tradizione sono sempre state nel dna del club, quella dimensione che riporta il Catanzaro nel calcio che conta.
Ed ora viene il bello, perché, come si suol dire, l’appetito vien mangiando. E quell’appetito si chiama, dare seguito al modello Catanzaro proiettandolo in una nuova dimensione.
Lo aveva anticipato il presidente della Lega Pro, Matteo Marani nella conferenza stampa che ha avuto luogo nella sala stampa del “Ceravolo”: “Floriano Noto ha costruito un modello Catanzaro, destinato ad essere ampliato perché ha in mente grandi progetti”, aggiungendo “Se gli lasciano fare quello che ha in mente di realizzare – il riferimento è allo stadio – Catanzaro sognerà in grande”
In molti si sono chiesti “Ma chi deve lasciarglielo fare” la risposta è da ricercare nella classe politica, la stessa che a suo tempo si è vantata di averlo tirato dalla giacchetta, convinta, forse, più degli stessi scellerati “contestatori” che Noto avesse davvero il pelo sul cuore. Il binomio politica-calcio, funziona un po’ così, ovunque, o meglio, è una prassi consolidata nelle piccole realtà di provincia, soprattutto diffusa al meridione, laddove la politica cavalca l’onda della passione, il problema delicato, scabroso, di difficile soluzione, la classica patata bollente per intenderci, intrinseca di criticità viene spesso passata ad altri. Ma qui si son fatti i conti senza l’oste, questa volta in campo non è sceso un imprenditore qualunque, ma soprattutto la “patata bollente” non è stata passata nelle mani di un imprenditore di fuori, che oggi c’è e domani potrebbe non esserci. Qui questa volta si è fatto scendere in campo non solo uno dei più grossi imprenditori del Mezzogiorno, ma addirittura un imprenditore del luogo. Un colosso della grande distribuzione alimentare (l’attività principe della Holding Noto) che dà lavoro a 3000 famiglie.
E la Holding Noto, dove ha messo mani ha sempre tirato fuori il meglio del meglio. E non poteva essere diversamente con l’U.S. Catanzaro, ora diventata parte integrande del gruppo. E’ successo quello che la gente comune si aspettava che succedesse, ovvero che la famiglia Noto si innamorasse del Catanzaro.
Ed il calcio è una malattia che non va più via quando ti prende non ne esci più fuori. Ed ora la Holding Noto vuol fare le cose in grande, o forse sarebbe meglio dire, farle nel verso che ritiene essere giusto vadano fatte, rendendo l’U.S. Catanzaro una società di calcio al passo con i tempi, strutturata su un modello piramidale con funzioni e responsabilità delegate. E lo stesso Floriano Noto è stato esplicito partendo dal presupposto che lui è il presidente, poi ci sono un Direttore Generale (Foresti) un Direttore Sportivo (Magalini) ed un Allenatore (Vivarini) tutti riconfermatissimi ai quali competono onere ed onori per quello che riguarda l’attività agonistica.
Ma c’è molto altro, ed il presidente Floriano Noto lo ha detto senza indugi a “Corner” il format web tv di catanzarosport24.it: “Dobbiamo dotarci di uno stadio nuovo, che sia al passo con i tempi e fruibile da tutta la tifoseria” parole che hanno mandato in visibilio la tifoseria giallorossa. La puntata di “Corner” andata in onda ieri sera ha avuto ascolti record (è stata persino vista dagli eschimesi!) scatenando, a mezzo social, e nei commenti al programma, l’entusiasmo di una tifoseria che ora è più che mai, è in totale sintonia con la proprietà Noto.
“Nessuna cattedrale nel deserto – ha sottolineato il presidente – mi accontenterei come punto di partenza di uno stadio di 15/16000 spettatori edificabile nelle aree cittadine di Germaneto o Barone dove convergono due grandi e comode arterie stradali che faciliterebbero l’afflusso al nuovo stadio, vivibile sette giorni su sette”.
Facile lasciarsi trascinare dall’entusiasmo, “tra dire il fare c’è di mezzo il mare”, obietterebbero i più scettici, con la differenza che questa volta quello che potrebbe essere il sogno di un nuovo stadio non è voce di popolo, ma la dichiarazione per vivavoce dello stesso presidente Noto: “apriamo un tavolo di trattative, sediamoci con la politica per studiane un business planning, noi come U.S. Catanzaro e come famiglia Noto facciamo la nostra parte”.
Tra gli apripista della politica locale, c’è chi, per fortuna, ha la stessa visione del presidente Noto, ci riferiamo al Consigliere Regionale e Comunale Antonello Talerico, anche lui ospite di “Corner” che caldeggia la costruzione di un nuovo stadio: “Sono totalmente in linea con le dichiarazioni del presidente, è arrivata l’ora di svoltare e pensare in grande per il bene di questa città. La strada imboccata è quella giusta, ci sono i presupposti per accogliere la proposta del presidente ed aprire un tavolo di trattative in cui ognuno deve fare la sua parte. E ci sono anche gli strumenti idonei a reperire le risorse finanziarie necessarie al progetto per la costruzione di un nuovo stadio, moderno e funzionale fuori dal centro della città ma che porta sviluppo all’intera comunità. Andava aperta una pista e l’intervento diretto di questa sera del presidente lo è, ora noi politici dobbiamo aprire a questo tavolo di trattative”.
Apprezzato anche l’intervento dell’Onorevole Nicola Ottaviani, che quando rivestiva il ruolo di sindaco della Città di Frosinone è stato il promotore della costruzione del nuovo stadio, riuscendo a convogliare risorse pubbliche e private in quello che possiamo definire uno stadio modello il “Benito Stirpe” in una città come quella Frosinone di appena 43000 abitanti costruito in 18 mesi e può ospitare quasi 17000 spettatori tutti al coperto.
Quando si vogliono fare le cose fatte per bene, e soprattutto al servizio dell’intera collettività, le idee e le risorse convergono ed il tempo della realizzazione si accorcia, e soprattutto non esistono ostacoli di nessun genere.
E sempre il presidente Noto, ha sottolineato un passaggio fondamentale sull’impianto del “Ceravolo”: “A mio avviso diventerebbe ancora di più un luogo di maggiore frequentazione e farebbe da indotto alle attività commerciali del quartiere se fosse reso fruibile 7 giorni su 7 come centro sportivo al servizio della collettività. Oggi al “Ceravolo” si riversano una media di 7000 persone ogni 15 giorni, immaginatelo con 500/700 ma anche 1000 persone al giorno che girerebbero intorno alle attività sportive di società locali o come nel caso dell’U.S. Catanzaro che ha ben 15 formazioni giovanili”
Intanto c’è da mettere mani ai lavori necessari per garantire l’idoneità ai Criteri Strutturali necessari per la partecipazione in Serie B, il Comune di Catanzaro può attingere ai fondi già stanziati dalla Regione Calabria che sono 3 milioni di euro (su un totale di 9). Dei 23 punti sono 4/5 quelli che devono necessariamente trovare risoluzione entro il 19 agosto giorno in cui partirà il campionato di Serie B edizione 2023-2024 e far si che l’U.S Catanzaro possa giocare già dalla prima partita davanti al proprio pubblico.
E su questo aspetto il presidente Noto ha voluto sottolineare l’importanza della posta in gioco: “I lavori dovrebbero partire nel mese di maggio, quello che mi auguro e che vengano affidate ad aziende serie e competenti, affinchè tutto fila liscio e ci possa permettere di giocare in casa quando siamo chiamati a farlo”
Un esempio arriva dalla Cremonese, che “Corner” ha avuto il piacere e l’onore di avere ospite qualche settimana fa rappresentata dal Direttore Generale Paolo Armenia. Allo “Zini” di Cremona si è affrontato il problema dei criteri strutturali per la Serie A e su un cronoprogramma di 120 giorni si è riusciti a terminare in appena 99 giorni. Questo, dopo l’esempio di Frosinone, per sottolineare che quando le cose si vogliono fare e si vogliono fare fatte bene non ci sono ostacoli di nessun genere.
Ora questa proprietà rilancia, sempre a mezzo voce del suo massimo esponente, ha sottolineato che la società svilupperà le proprie forze e competenze, dotandosi di un centro sportivo, di un ampio parco di osservatori e che sul campo Foresti, Magalini, Vivarini ed il Vice Presidente Leone Luca Noto sanno cosa fare per rendere il Catanzaro competitivo che possa ben figurare anche in Serie B con una squadra che riparte da un’ampia base e che dovrà soltanto essere puntellata con innesti di qualità.
Lo avevamo scritto in tempi non sospetti, attirandoci anche le critiche di essere stati protettivi nei confronti della proprietà, ma solo gli stolti potevano pensare che la Hoding Noto una volta scesa in campo avrebbe fatto la comparsa. E’ nel dna di questa famiglia essere vincenti.
Sembrano lontani anni luce i tempi in cui per fare calcio a Catanzaro si doveva ricorrere alle collette, e come ha tenuto a precisare lo stesso presidente Noto: “Oggi noi ci siamo, domani potremmo non esserci, cosi come oggi c’è una classe politica e domani ce ne sarà un’altra, l’importante è che ci sia sempre il Catanzaro appetibile da chiunque abbia interesse a fare calcio in maniera seria. E nel calcio di oggi per farlo non puoi fare a meno di dotarti di un nuovo stadio”
Lo dicevamo in apertura, le dichiarazioni del presidente Noto rilasciate a “Corner” il format web tv di catanzarosport24.it, hanno entusiasmato la tifoseria giallorossa, già esaltata per la promozione in Serie B, il commento è stato unanime “abbiamo una proprietà ed una Società da Serie A”… ora auguriamoci che lo sia anche la politica, che ora non ha più il compito di rastrellare collette per tenere appeso al respiratore dell’ossigeno il Catanzaro per come è stato negli anni passati. Ora serve quella politica vera, fatta di idee innovative, coraggiose e lungimiranti. E’ finito il tempo delle “toppe” a Catanzaro vogliamo e meritiamo qualcosa di più!
Direi che le parole del PRESIDENTISSIMO sono una SENTENZA, se non verranno messi i bastoni tra le ruote a questa proprietà ci aspettano anni finalmente di rivalsa
Ho letto su Catanzaro informa un articolo di un avvocato catanzarese che vorrebbe che il ceravolo non si toccasse per il bene delle attività commerciali del quartiere..mah!!!
Solo e sempre alla famiglia NOTO le scelte, sono sicuro che sti pazzi ci faranno vedere la serie A. Grande presidente, Grande la famiglia NOTO.
Sono favorevole all’idea del presidente Noto. Mi auguro che i nostalgici e i politici poco illuminanti non mettano i bastoni tra le ruote.
Finalmente, una presa di posizione concreta che allarga gli orizzonti delle vedute e che, a partire dal calcio, investendo la politica, il sociale, l’economia e quant’altro, possano dare una svolta a questa città che, da sempre, dorme e giace su commenti, dichiarazioni e mai decisioni strategiche (basti pensare alla costruzione del porto, al completamento del lungomare, alla rivitalizzazione del centro storico etc. etc.), relegandola a città “dormiente” dove si coltivano “orticelli propri” senza guardare all’interesse generale, ovvero dei tanti che da anni aspettano il “vero cambiamento”. Forza Aquile.
Uno stadio nuovo sarebbe auspicabile ma dobbiamo fare i conti con i soldi che si dovranno spendere e chi li dovrebbe sganciare .Forza Giallorossi e un plauso alla Famiglia Noto .